Centosessantanove anni fa, il 9 Luglio 1850, a Tabriz in Persia sotto il bruciante sole di mezzogiorno e attraverso una folla rumoreggiante e aggressiva, fu condotto al patibolo un giovane conosciuto con il nome de ”Il Bab” (la Porta).
Il plotone di esecuzione ricevette l’ordine di far fuoco e il corpo del Bab fu crivellato di proiettili.
Con ciò il potere politico/religioso del tempo era convinto di aver sradicato per sempre il movimento Babì capeggiato dal giovane appena giustiziato. Tuttavia per maggior “sicurezza” furono uccisi altri 20.000 Babì, dopo averli sottoposti alle torture più crudeli.
I resti del Bab furono raccolti da mani pietose e riposano ora in un Mausoleo a Lui dedicato sulle pendici del Monte Carmelo in Israele, circondato dai meravigliosi giardini monumentali del Centro Mondiale Bahà’i.
Perché tanto odio? Il Bab non solo aveva dichiarato di essere il Mihdi, la cui venuta era stata predetta da Mohammed, ma invitava anche la gente a prepararsi all’avvento di un Maestro più grande di Lui, che avrebbe unito l’umanità intera. Di lì a pochi anni dal movimento Babì nacque la Fede Bahà’ì, che oggi conta 7.000.000 di fedeli in tutto il mondo ed è presente in Italia in 400 località, organizzata attraverso un Consiglio Nazionale e 61 Consigli Locali. A Bari i Bahà’ì sono presenti dal 1961.
Il 10 Luglio p.v. i Baha’i di Bari ricorderanno il “Martirio del Bab” presso il proprio Centro di Via Fanelli 293 alle ore 13.
Questa celebrazione cade in un anno cruciale per la comunità mondiale baha’i che nel prossimo autunno celebrerà il Bicentenario della nascita del Bab (1819-2019).