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La Giornata della religione Mondiale del 20 gennaio 2013

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Anche quest’anno la comunità baha'i di Bari ha celebrato la Giornata della Religione Mondiale presso il Centro baha'i. “Educare ai valori. Bambini e giovanissimi” è stato il filo conduttore che ha legato gli interventi dei cinque oratori, ciascuno secondo la propria prospettiva religiosa. Un tema, dunque, di particolare "urgenza" che accomuna tutti i “gli uomini di buona volontà” in questo momento storico.

 

 

Moderatrice è stata la Prof.ssa Michela Pellicani, docente di Demografia presso l’Università di Bari, con la quale già da tempo è iniziato un percorso di collaborazione sia nell’ambito degli incontri per promuovere il dialogo interreligioso presso la Prefettura di Bari  sia con l’EBBF (European Baha'i Business Forum) che ha organizzato alcuni seminari nella Facoltà di Scienza Politiche.

La sua introduzione si è soffermata sul significato intrinseco del termine “educazione” che molto spesso viene confuso con “istruzione” , termine che in effetti corrisponde all’inglese “education” e  indica appunto l'istruzione impartita soprattutto a scuola. L’Educazione è ben altro. La stessa etimologia latina (“e”  “ducere”: condurre, trarre fuori) ne esprime il pieno valore, quello cioè di aiutare a mettere in atto le buone inclinazioni dell’uomo. Un compito certamente complesso cui partecipano diversi comparti della società, dalla famiglia alla scuola, nei suoi diversi livelli. Educare è amare. E’ questo che ha affermato la prof.ssa Pellicani come sintesi del suo intervento, sulla base della sua lunga esperienza a contatto con i giovani

Per i buddisti della Società Soka Gakkai (Società per la creazione di valori) è intervenuta Cecilia Petti, ricordando che ogni persona è un Buddha e che l'obiettivo della pratica è appunto quella di risvegliare la propria buddità. Molta attenzione viene rivolta quindi da parte della sua comunità ai ragazzi che durante incontri sistematici pregano e studiano allo scopo di capire la dignità della vita dell’essere umano e scoprire che ogni persona è dotata di proprie capacità. Solo così è possibile fare la propria rivoluzione umana. Il cammino buddista attribuisce molta importanza al raggiungimento della consapevolezza che ogni difficoltà è semplicemente un’occasione di crescita. Centrale è infine il legame che si crea con il maestro.

Riprendendo il discorso del “maestro” è intervenuto Nicola Biancofiore, cattolico impegnato da circa venti anni come catechista presso una parrocchia di Bari. Il Maestro per i cattolici è Gesù e i suoi insegnamenti chiari e potenti sono fonte di continua ispirazione anche nel metodo di approccio verso le nuove generazioni. Molto bella l’immagine che ha regalato ai presenti donando a ciascuno una biglia, simbolo della nostra anima che racchiude diversi colori, e invitando ad immaginare come tutti gli uomini nel momento in cui si avvicinano al centro (Dio) inevitabilmente si avvicinano gli uni agli altri. Quello che vale di più è sicuramente la “testimonianza” degli “educatori” che, consapevoli del proprio compito, devono rappresentare un valido punto di riferimento per i giovani.

Il Prof. Nicola Pantaleo della Chiesa Evangelica Battista ha parlato delle scuole domenicali promosse da tempo dalla sua Chiesa per lo studio dei testi biblici. Citando Lutero ha sottolineato l’importanza dell'istruzione di base e quindi delle scuole che al tempo della Riforma offrivano prima di tutto l’opportunità di imparare a leggere e scrivere agli analfabeti. Il Prof. Pantaleo, impegnato in prima persona nell'ambito educativo accademico, ha evidenziato come sia fondamentale che oggi nel percorso formativo scolastico non ci debbano essere interferenze nella formazione religiosa, dal momento che le classi hanno una composizione culturale, etnica e religiosa molto diversificata. Si spera che l’insegnamento della religione nelle scuole diventi insegnamento di Storia delle religioni.

Il Prof. Leo Lestingi, docente di lunga carriera in diversi ordini di scuola e all'Università nonchè profondo conoscitore dell’Islam e del Corano, ha affrontato l’aspetto “egualitario” della fede islamica che invita tutti a considerarsi come veri fratelli ed educa quindi alla predisposizione a vedere gli altri come se stessi. Riconoscendo la propria dignità, si riconosce anche quella altrui, incluse le differenti fedi. Molta rilevanza viene data inoltre nell'Islam al concetto di famiglia. Purtroppo l’immagine che ci giunge dell’Islam è molto spesso distorta ma approfondendone gli insegnamenti si può cogliere la vera nobiltà di questa religione che nella sua amplissima diffusione ha assunto diverse sfumature, da quella più integralista a quella più aperta come l’Islam indonesiano. Il Prof. Lestingi al termine del suo intervento ha inoltre lanciato un suggerimento per l’argomento del prossimo incontro: “Come mantenere la propria identità religiosa e dialogare con gli altri. “ Il tema dell’educazione è veramente molto vasto e meriterebbe altri incontri.

Ultimo intervento quello del baha'i Fedele Depalma che ha citato uno scritto di Baha'u'llah in cui l'essere umano è definito un "talismano supremo". Interessante il significato etimologico della parola talismano (dal greco "teleo": completare) che indica una piccola parte di un oggetto che, se unita all'oggetto stesso, ne completa il senso e la funzione. L'uomo quindi è una piccola parte che "completa" il proprio senso solo se messo in connessione con il divino, con qualcosa di più grande. L'educazione è la chiave che ci permette di realizzare questa connessione: parafrasando la citazione baha'i proposta da Depalma, educare significa riscoprire in ogni uomo le sue gemme preziose e permettere all'umanità di goderne. L'educazione spirituale è allora l'affinamento delle nostre potenzialità attraverso il servizio agli altri ed è questo che produce la vera felicità. ‘Abdu’l-Bahá diceva che per quanto raffinata possa essere la civiltà materiale, la felicità dell'uomo non sarà mai davvero raggiunta finchè non ci sarà una  "civiltà divina" altrettanto raffinata. L'educazione ai valori spirituali (cioè al servizio) è quindi ciò che produce la vera felicità.

Infine è stato illustrato il programma educativo che la comunità bahá’í propone in tutto il mondo rivolgendosi sia agli adulti attraverso i circoli di studio (chi vuole insegnare educhi prima se stesso!), sia ai giovanissimi attraverso i "Gruppi giovanissimi" che ai bambini attraverso classi di educazione spirituale. Questi percorsi sono carattere universale e quindi sono aperti a tutti senza distinzione.

Importante frutto dell'incontro di quest'anno, arricchito tra l'altro da aneddoti e ricordi della Prof. Pellicani e dalla musica per chitarra e oud proposta da Fedele Depalma, è la proposta di andare oltre la tavola rotonda annuale e creare occasioni di scambio e conoscenza, rivolgendosi proprio alle fasce più giovani delle diverse comunità religiose.