I baha'i', una scossa all'Islam

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Negli anni Ottanta dell'Ottocento un profeta persiano di nome Bahaullah dà uno scossone alle fondamenta dell'Islam introducendo una serie di riforme tra cui la liceità del tasso di interesse, vietato dal Corano. È con questa mossa che Bahaullah riesce a convertire alla nuova fede bahai molti ricchi mercanti che, in una fase di profonda trasformazione, potenziano i settori di attività in cui sono già operativi e si aprono a nuovi orizzonti. Ma andiamo con ordine.
Fonte: Il Sole 24 Ore
Mentre si avvicina l'anniversario del l'occultamento del dodicesimo Imam, gli sciiti di Persia sono in attesa dell'apocalisse e del giorno del giudizio. Un'aspettativa incoraggiata dalla crisi economica e politica, successiva alle guerre con la Russia: sconfitto e umiliato, lo scià ha dovuto firmare i trattati di Golestan e Turkmanciai, cedere le ricche province del Caucaso meridionale e pagare le riparazioni allo zar. È in questo clima – aggravato da corruzione, epidemie, scorribande di nomadi nei villaggi e di delinquenti nelle città – che si fa strada una nuova religione monoteista oggi diffusa in tutto il mondo.
Nato nel 1819 in una famiglia di mercanti di Shiraz, nel 1844 Sayyid 'Ali Muhammad afferma di essere il B?b, ovvero la "porta" al dodicesimo Imam. Quattro anni dopo, dichiara di essere lui stesso l'Imam e il portavoce di una nuova rivelazione che rende obsoleto il Corano e abroga la legge islamica. Dà nuove indicazioni sulla preghiera, il digiuno, il pellegrinaggio e altri aspetti della vita quotidiana. Di primaria importanza sono le riforme sulla libertà di uomini e donne nel relazionarsi nello spazio pubblico, la necessità di attendere un anno per divorziare (mettendo fine al ripudio istantaneo del l'Islam), il divieto di convertire con la forza i non credenti e la legittimità del tasso di interesse.
Complice il clima sociale e religioso dell'epoca, in Iran il movimento babi (del Bab) attrae numerosi fedeli diventando la prima manifestazione di protesta popolare che sfida, non solo a parole, la legittimità dell'establishment sciita e della monarchia cagiara. Le riforme minano le basi stesse dello sciismo e della monarchia, e per questo gli ayatollah e lo scià mettono in atto misure repressive contro i fedeli della nuova religione e nel 1850 condannano a morte il Bab. A raccoglierne l'eredità sarà il suo seguace Bahaullah che a Baghdad, dove lo scià lo ha esiliato, annuncia di essere «colui a cui Dio si manifesterà».
La maggior parte degli adepti del movimento accettano il suo messaggio e diventano perciò noti come bahai, ovvero seguaci di Bahaullah. Ma la repressione continua e nel 1869 egli viene esiliato ad Acri, nella Palestina settentrionale, dove nel 1873 scrive il Ketab-e Aqdas, il testo di giurisprudenza in cui le donne hanno la stessa dignità degli uomini, il matrimonio è raccomandato, il divorzio sconsigliato, viene promossa la costituzione di Case della giustizia, si insiste sulla salute e sull'istruzione sia per i maschi sia per le femmine, e si abolisce il clero per sostituirlo con istituzioni elette in modo democratico.
Come il suo predecessore, Bahaullah presta particolare attenzione alle attività economiche, consentendo tassi di interesse moderati sui prestiti e attirandosi così le simpatie di alcuni mercanti sciiti per i quali questa legittimazione rappresenta un cambiamento positivo. Molte sono le conversioni. E violente le reazioni: i bahai vengono perseguitati e in tanti scelgono la via dell'esilio in Caucaso e nell'Asia centrale, ma non nell'Impero ottomano dove i sunniti sono contrari alla diffusione di quella che percepiscono come un'eresia sciita. In città come Ashgabat, Baku, Marv, Bukhara, Samarcanda e Tashkent il regime zarista e la popolazione si rivelano invece più tolleranti.
E persino curiosi. Tant'è che numerosi sono i documenti di diplomatici e ufficiali russi in missione in Iran e nelle città sotto il dominio dello zar e abitate dai bahai. Sono questi documenti, raccolti negli archivi di Mosca e San Pietroburgo e ora riproposti da tre accademici di università israeliane, a gettare nuova luce su questa fede – che a Haifa ha il suo tempio, perché qui è sepolto Bahaullah – la cui diffusione in Caucaso e Asia centrale va di pari passo con l'espansione delle colonie di mercanti persiani che cercano di diversificare i propri investimenti (e il rischio connesso) in Paesi diversi e oltre frontiera sfuggono non solo alla repressione religiosa ma anche alle espropriazioni di una monarchia ormai in bancarotta.
Fonte: Il Sole 24 Ore
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